martedì 26 luglio 2016

La Compagnia dell'Anello - J. R. R. Tolkien

Titolo: Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Titolo originale: The Lord of the Rings - The Fellowship of the Ring
Autore: J. R. R. Tolkien
Pagine: 502
Casa Editrice: Bompiani
Genere: Fantasy
Uscita inglese: 1955
Uscita italiana: 1967

Scrivere una recensione di questo libro penso sia difficile ed io, detta tutta, credo di non essere nessuno per permettermi di farlo. E' un classico del fantasy, anzi è il precursore di tutti i fantasy che conosciamo. Ho amato i libri, ho amato i film. Penso di aver visto almeno dieci volte tutti i film, se non di più, per i libri invece questa è la mia seconda rilettura. Mi son sempre fatta spaventare dall'enorme mole, anche perché la prima lettura l'ho effettuata alle medie.

«No», disse Gandalf, «ma io sì. Le lettere sono elfiche, scritte nella maniera arcaica, ma la lingua è quella di Mordor, che non voglio però pronunziare qui. Ti dirò semplicemente cosa vuol dire più o meno nella Lingua corrente: Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.»

Bando alle ciance, anche se non ce n'è bisogno parliamo di una trama.

Sembra tutto perfetto nella Contea, luogo d'origine dei piccoli Hobbit, da secoli ormai il male non si spinge così in là nelle sue scorribande. E' in questo paesino idilliaco che troviamo Frodo, il nostro protagonista. Frodo eredita da suo cugino Bilbo un anello molto particolare che si scopre poi essere l'anello creato dal signore oscuro Sauron. Sauron lo cerca da anni, ma non lo trova, gli serve per tornare al potere e con quell'anello nessuno sarebbe più in grado di fermarlo.
L'anello va distrutto così grazie all'aiuto dello stregone Gandalf, Frodo decide di dirigersi verso Gran Burrone, patria degli Elfi che decideranno chi dovrà distruggere l'anello. Il viaggio però non è senza pericoli, gli emissari del Signore Oscuro sono già infatti sulle tracce del mezzuomo ed il male arriva anche nella Contea.
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende, Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra. Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende. Un anello per domarli, Un anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli, Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.
Ed ora la mia modestissima opinione su tutto ciò.

Io purtroppo non ho molto da dire, questo libro è assolutamente un capolavoro. Me lo ricordavo molto più lento e poco scorrevole, ricordavo male. E' probabilmente il libro trasposto peggio in versione cinematografica, ma succedono talmente tante cose che non si possono effettivamente mettere tutte e son sicura che Peter Jackson ha fatto una scelta ragionata. 
Un romanzo che comunque ti trascina immediatamente al suo interno e ti fa vivere le avventure dei quattro hobbit come se tu fossi con loro, provando le loro ansie e le loro paure all'avvicinarsi dei cavalieri neri.
In questo primo volume impari a conoscere i personaggi che poi non potrai non fare a meno di amare, conoscerai Sam Gangee, Merry e Pipino, Gandalf, Tom Bombadil, Grampasso, Legolas, Gimli, Boromir amandoli uno ad uno per motivi diversi.
Dettaglio che non ricordavo e che mi ha un po' contrariata è l'assoluta mancanza della storia tra Aragorn ed Arwen, immagino che all'epoca il romanticismo non fosse considerato troppo, soprattutto in un'epopea del genere.
E' un romanzo che magari non parla di romanticismo, ma è intriso di altri sentimenti tra i quali l'eroismo, l'amicizia, il sacrificio.
«Ahi! Ahi!», gemette Legolas. «Un Balrog! E' venuto un Balrog!»Gilmli guardava fisso con occhi sbarrati. «Il Flagello di Durin!» gridò, lasciando cadere la sua ascia e coprendosi il viso.«Un Balrog» mormorò Gandalf. «Adesso capisco.» Vacillo, e si sostenne faticosamente col bastone. «Che sorte malefica! Ed io sono già stanco.»
Come dicevo prima non mi sento assolutamente in grado di fare una recensione ad un pilastro come questo, posso solo dire che nonostante abbia letto molte recensioni che definiscono questo primo libro "pesantuccio" non posso assolutamente accostarmi a loro. Lo stile di Tolkien è certo molto descrittivo, ma con un senso: dipinge davanti ai tuoi occhi un quadro dettagliato facendo in modo che sia impossibile che tu non possa vedere un film svolgersi davanti a te nell'arco della lettura.

Citazione preferita:
«Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi tra i morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu n grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca ad essere curato ed a guarire prima di morire. Ma c'è una possibilità. Egli è legato al destino dell'Anello. Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l'aspetta un'ultima parte da recitare, malvagia o benigna che sia, e quando l'ora giungerà, la pietà d Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto il tuo.»
Voto: 

2 commenti :

  1. Io non faccio testo perché ho letto questo libro tredici volte e in ognuna ho trovato un pezzo che mi mancava, qualcosa di nuovo, una pagina in più, come se Tolkien avesse riscritto alcune cose nottetempo per confondermi (o chiarirmi, a seconda dei punti di vista) le idee. Nel mio Blog penso di aver scritto maree di post e ancora non sono riuscita ad afferrarlo tutto. E' un libro di vita e sulla vita. Usa personaggi e situazioni leggendarie, ma sta raccontando di noi. Per questo motivo è molto amato e anche tanto incompreso. Amiamo tutti la vita, a nostro modo, e non la capiamo. :-)

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    1. Booom, il tuo commento ha totalmente ucciso la mia "recensione". :) Profondo quello che hai scritto e soprattutto vero, nel caso di questo romanzo.

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