Titolo originale: Little Women, or Meg, Jo, Beth and Amy
Pagine: 368
Casa Editrice: Giunti
Casa Editrice: Giunti
Anno di uscita: 1868
Terzo libro letto per
la sfida letteraria di quest’anno. Un libro che parla di donne diceva il mio
terzo punto, quindi mi son detta: “Ehi, perché non leggere un classicissimo che
non ho mai letto?”, così eccomi qui a scrivere due righe a proposito di questo
volume.
Come molti sanno
Piccole Donne è un libro di Luoisa May Alcott scritto a metà dell’800, per
essere più precisi esattamente nel 1868.
Il romanzo parla di
quattro sorelle: Meg, Jo, Beth ed Amy che vanno dai 16 ai 12 anni. Caratteri,
virtù e desideri diversi, ma comunque un grande amore che lega le quattro
ragazzine nelle loro vicissitudini.
Facenti parte di una
famiglia un tempo ricca e poi caduta in disgrazia affrontano la vita con coraggio
e serenità cercando di non farsi abbattere dalle difficoltà. Amano la loro
mamma, che per tutto il racconto viene da loro chiamata “mammina”, ed aspettano
il ritorno del padre andato in guerra. Una storia sicuramente di altri tempi
basata sull’amore per la famiglia e le persone care. Figura essenziale del
romanzo è appunto la madre, da cui prendono esempio le ragazzine e grazie a cui
l’intera casa riesce ad andare avanti senza troppi piagnistei. Fanno da contorno tra i
problemi e le preoccupazioni di tutti i giorni le vicende mondane soprattutto
delle due sorelle maggiori, Meg e Jo e l’amicizia tra Jo e Laurie, nipote del
ricco vicino di casa e benefattore della famiglia.
Ed ora la mia modesta
opinione su tutto ciò.
Purtroppo devo
ammettere che i classici non sono esattamente il mio forte, oltre alle storie
che spesso non trovo avvincenti è proprio lo stile di scrittura che tendo a non
amare.
Piccole Donne però è
diverso, non entrerà probabilmente mai nella classifica dei miei libri
preferiti, però l’ho letto volentieri e mi sono immersa senza esitare troppo
nel mondo di Meg, Jo, Beth ed Amy.
Inutile dire che la
mia preferita era Jo, ribelle ed intelligente, sfrontata ed indipendente. Jo è
l’evoluzione della donna, a differenza delle sorelle non è interessata
all’ingresso in società, ai balletti ed alle occasioni mondane. Le interessa
leggere, poter esprimere la sua opinione con onestà ed il benessere della
famiglia. L’ho trovata un personaggio intrigante e divertente, probabilmente
una miccia che iniziava ad accendere il cambiamento per l’epoca.
Il personaggio meno
amato è stata invece Amy, piccola e viziata, la minore delle sorelle mi è
risultata talmente antipatica che se me la fossi trovata davanti l’avrei
volentieri presa a cartoni in faccia. In diverse occasioni dimostra il suo egoismo e la
sua vanità, preferisco non raccontarle per evitare spoiler però.
Riassumendo: un libro
che sicuramente va letto, ti dà uno scorcio su altri tempi, ti insegna quali
dovrebbero i valori per cui andare avanti. Nonostante tutto il buonismo di
sottofondo che ogni tanto ho trovato veramente nauseante è un romanzo che ti
prende e ti trascina nel mondo delle quattro ragazze, facendoti diventare un
po’ una di loro.
Citazione:
"Mi piacciono le espressioni vigorose che dicano qualcosa" replicò Jo.
Voto: * * * ', da leggere.
Io ho sempre amato Piccole Donne! E anche io ho sempre preferito Jo, una tipetta bella tosta. Se vuoi rivalutare un pochino la viziata Amy, prova a leggere il seguito, Piccole Donne Crescono (che in realtà è il seguito solo in Italia, in America è semplicemente la seconda parte). Oltre a un capitolo particolarmente triste (lacrime a iosa, almeno per me...), si scoprono nuovi lati di tutte le sorelle ;-)
RispondiEliminaPrima o poi lo leggerò allora. In realtà non sono troppo da classici, quindi li dilaziono nel tempo, onde evitare di stufarmi troppo!
EliminaComunque sì, Jo adorabile.