Titolo originale: A Clash of Kings
Pagine: 522
Casa Editrice: Mondadori
Anno uscita americana: 1999
Anno uscita italiana: 2001
Ed eccoci qui a parlare del terzo capitolo italiano della saga di George Martin. Perfettamente puntuale con la sfida che mi sono lanciata ho finito giusto oggi di rileggere "Il Regno dei Lupi".
Vi avviso che la seguente recensione contiene spoiler per chi non ha letto i primi due romanzi, per chi non ha letto il terzo ho provato a fare una trama più corta possibile, ma dato la tanta carne alla brace non so se ce l'ho fatta a non dare troppe anticipazioni.
Una cometa rossa arde nel cielo di Westeros e delle Città Libere, ogni persona interpreta il presagio un po' a modo suo. C'è chi dice che arde per i Lannister dato il suo color porpora, chi dice che arde come monito del sangue che è stato o sarà versato, chi la prende come un segno di fortuna.
Robb Stark è momentaneamente fermo con la sua guerra in quanto sta aspettando una prossima mossa del capofamiglia dei Lannister, Tywin, onde evitare di fare ciò che vuole l'astuto leone e di cadere in una trappola ben congegnata. Nel contempo decide di mandare la madre verso Capo Tempesta ad incontrare lord Renly, che forse sarebbe meglio chiamare Re.
Renly Baratheon, fratello del defunto Robert, una volta partito da Approdo del Re nel libro scorso, va verso Alto Giardino, casa dei Tyrell, dove sposa Margaery. Il presunto re è il più giovane tra tre fratelli, quindi ci si chiede cosa gli dia il diritto di dichiararsi sua maestà dei Sette Regni. Il diritto, dice lui, gli viene dato da tutte le spade che stanno dalla sua.
I tre Baratheon |
Stannis, ultimo fratello Baratheon e maggiore rispetto a Renly, non è assolutamente d'accordo con tutto ciò che il suo fratellino va berciando in giro.
Stannis è un uomo duro, non particolarmente amato dal popolo, nonostante ciò è comunque una persona onorevole e giusta, più o meno. Quando viene a conoscenza sicura che i suoi nipoti sono dei bastardi si proclama re per diritto di sangue ed inizia a raccogliere guerrieri accanto a sé per muoversi verso la guerra. Al suo fianco c'è una donna: Melisandre, chiamata anche Sacerdotessa Rossa. Ella prega il Dio Rosso R'hllor, Signore della Luce.
Spostandoci ad Approdo del Re troviamo Tyrion Lannister, il Folletto, al potere. Tywin l'ha nominato suo sostituto come Primo Cavaliere, ed il nano si dimostra abile nel fare il suo lavoro. Tramite inganni ed intrighi allontanerà da sua sorella, la Regina, tutte le persone fedeli a lei, circondandosi di gente a lui fidata.
Sansa Stark nel frattempo è ancora a corte a subire gli abusi di quel ritardato del principe Joffrey (si sa che se si fanno figli tra parenti non è detto che questi nascano sani). Il giovane uccellino ha quasi perso la speranza di andarsene dal suo incubo, quando un cavaliere decaduto, ser Boros, le promette che l'aiuterà a scappare dal suo tiranno.
Arya e Gendry |
L'altra sorella Stark, Arya, nel mentre vive diverse avventure e non si può dire che queste siano una piacevole vacanza. Presa da Yoren, un Guardiano della Notte che le promette di riportarla sana e salva a Grande Inverno, Arya è costretta a far finta di essere un ragazzino, Arry, per passare inosservata tra la gente che il Corvo ha preso da portare alla Barriera. Tra questi c'è il bastardo di Re Robert, Gendry, ricercato dalle guardie della Regina. Ovviamente se sei uno Stark un po' di culo nella vita non puoi avercelo, quindi un giorno il gruppo viene accerchiato da guerrieri Lannister e Yoren purtroppo muore. Arya, Gendry e un altro paio di ragazzini riescono a scappare, per essere però ripresi subito dopo da Ser Gregor Clegane, la Montagna che Cavalca agli ordini di Tywin Lannister.
Ogni notte, Arya ripeteva i loro nomi, «Ser Gregor» sussurrava contro il suo cuscino di pietra «Dunsen, Polliver, Chiswyck, Raff Dolcecuore, Messer Sottile e il Mastino. Ser Amory, ser Ilyn, ser Meryn, re Joffrey, regina Cersei.» Quando era ancora a Grande Inverno, Arya pregava con sua madre nel tempio e con suo padre nel parco degli dei. ma non c'erano dei lungo la strada per Harrenhal, e i nomi dell'odio erano le uniche preghiere che le importasse di ricordare. Ogni giorno marciavano, e ogni notte Arya ripeteva i nomi dell'odio.
Per finirla con gli Stark parliamo infine di ciò che succede a Grande Inverno. Bran fa il signore del palazzo, ma ciò che realmente importa sono i suoi sogni. Nei sogni sembra infatti che il ragazzino riesca ad entrare nel suo meta-lupo Estate, riuscendo a controllarlo. A Grande Inverno è il periodo della festa del raccolto, quindi vengono ospitati per festeggiare gli alfieri fedeli agli Stark, tra questi arrivano due ragazzini: Meera e Jojen Reed figli del Lord della Torre delle Acque Grigie. Bran ci instaura subito un rapporto d'amicizia, Jojen dichiara di possedere la vista e gli confessa di aver fatto dei sogni che riguardano lui ed il suo destino.
Tra quattro scogli in mare sorgono le Isole di Ferro, Isole verso cui si è diretto Theon Greyjoy per ordine di Robb Stark. Theon, figlio del Lord delle Isole, torna a casa dopo dieci anni di lontananza, ma non trova l'accoglienza che si era aspettato. A suo padre non importa che il suo pargolo sia tornato, ma soprattutto non lo riconosce più come tale in quanto sostiene che egli sia diventato più uno Stark che un Greyjoy. Viene inoltre preso in giro e sbeffeggiato dalla sorella Asha, che approfittando del fatto che lui non la riconosce, si inventa una storia per capire che genere di persona Theon sia.
Ad ogni modo Balon Greyjoy non ha nessuna intenzione di aiutare gli Stark, anzi visto il putiferio che sta succedendo nei Sette Regni, ha intenzione di approfittarsene per conquistare un po' di terre sulla terraferma e far vedere il potere degli uomini di ferro.
Esenti da tutte queste guerre territoriali e di potere sono i Guardiani della Notte, che hanno la loro personale guerra da combattere. Dopo l'attacco dei non-morti al Castello Nero, il Lord Comandante Mormont decide di guidare una spedizione di trecento Corvi per andare a capire cosa sta succedendo oltre la Barriera. Nel selvaggio Nord incontreranno il bruto Craster che sposa le proprie figlie e dona i figli alle ombre bianche.
Infine, ma non meno importante, parliamo di Daenerys Targaryen. La ragazza non è più una bambina e dopo aver perso tanto ha guadagnato almeno qualcosa: tre piccoli draghi.
«Il drago verde sarà Rhaegal, in onore del mio valoroso fratello che morì sulle rive verdi del Tridente. Quello color crema e oro lo chiamerò Viserion, Viserys era crudele e debole e spaventato, ma era pur sempre mio fratello. Il suo drago farà ciò che lui non ha potuto.» «E l'animale nero?» domandò ser Jorah Mormont. «Il nero è Drogon.»
I tre sono nati dal sacrificio della morte di Drogo, di suo figlio e della maegi che li ha, in un certo senso, uccisi.
Dany muove il suo khalasar in un grande deserto seguendo la cometa.
Dany muove il suo khalasar in un grande deserto seguendo la cometa.
Shierak qiya, la "Stella che sanguina": era così che i Dothraki chiamavano la grande cometa rossa.
Sono in molti a morire per mancanza di cibo e acqua, ma la Kahleesi non si dà per vinta e continua ad andare avanti imperterrita. Troverà fortunatamente una cittadina abbandonata dove far riposare la sua gente. Nel mentre mandando in avanscoperta i suoi cavalieri di sangue, uno di questi le porterà la notizia che tanto aspettava. Infatti a pochi giorni di marcia c'è una città favolosa: Qarth, dove lei, i suoi draghi ed il suo khalasar sono i benvenuti.
Ed ora la mia modesta opinione su tutto ciò.
Se devo dirla tutta devo ammettere che questo terzo libro mi è piaciuto leggermente meno degli altri due, il motivo? Non succede praticamente niente. C'è una situazione di stallo che non mi fa impazzire, chi si muove fa solo dei piccoli passi avanti senza darmi la possibilità di mettere a tacere la mia curiosità sulle sorti future dei miei personaggi preferiti.
Vengono introdotti nella narrazione nuovi punti di vista, troviamo un personaggio mai visto prima che è Ser Davos, Cavaliere della Cipolla, alleato di Stannis Baratheon. Ser Davos è a mio avviso un bel personaggio, cavaliere di umili origini e persona onesta, cerca di consigliare Stannis nel modo giusto, non facile però dato il caratteraccio del Re e la Sacerdotessa Rossa sempre al suo fianco.
«Quando pensi che il re darà l'ordine di salpare, mio buon ser?» «Presto, credo» rispose Davos. «Al suo dio piacendo.» «Il "suo" dio, amico cavaliere? Non anche il "tuo"dio? E dove sarà mai il dio di ser Davos Seaworth, cavaliere della nave delle cipolle?» Davos sorseggiò la birra al malto, prendendo tempo. "La locanda è affollata, e tu non sei Salladhor Saan." Davos rammentò a se stesso. "Fa' attenzione a come rispondi." «Re Stannis è il mio dio. Lui mi ha creato, lui mi ha dato la benedizione della sua fiducia.»
Altro personaggio che già si conosceva, ma entra solo ora a far parte dei POV è Theon Greyjoy, un punto di vista che sicuramente serviva per capire come sarebbero andate le trattative alle Isole di Ferro. Io l'ho trovato un po' noiosetto però, diciamo che non sono state le parti che smaniavo dal leggere.
Introdotta meglio anche la casata dei Tyrell, tra cui nominiamo la principessa Margaery e il Cavaliere dei Fiori ser Loras.
Ultimo personaggio che sembra importante, e credetemi lo sarà, è Brienne di Tarth, una giovane guerriera che si mette al servizio di Re Renly in quanto innamorata del suo sovrano.
Brienne di Tarth era seduta all'estremità più lontana della tavola nobiliare. Al posto dell'abbigliamento da dama d'alto lignaggio, aveva scelto quella da cavaliere: farsetto a quattro settori rosa e azzurro, brache, stivali ed elegante cinturone con spada. La sua nuova cappa arcobaleno le scendeva dalle spalle. Ma nessun tipo di abbigliamento potesse celare quanto poco attraente lei fosse; quelle mani enormi coperte di lentiggini, quella faccia larga e piatta, quei denti sporgenti. Fuori l'armatura, il suo corpo appariva ugualmente sgraziato, con fianchi larghi e ossatura grossa, spalle spioventi cariche di muscoli e seno piatto. Da ogni sua azione, da ogni suo piccolo movimento, era chiaro che Brienne era fin troppo consapevole di tutto ciò, così com'era chiaro quanto ne soffrisse. Parlava solamente per rispondere, e raramente alzava lo sguardo dal cibo.
Un romanzo insomma un po' di stallo, dove Martin si ferma a descriverci meglio ciò che pensano e provano i suoi personaggi piuttosto che andare avanti con la trama. Una scelta sicuramente furba la sua.
Da leggere assolutamente se la saga piace.
Citazione preferita:
"L'inverno arriva per tutti noi. Per me, è arrivato con la morte di Ned. E arriverà anche per te, piccola, prima ancora di quanto credi." Ma questo, Catelyn Stark non ebbe la forza di dirglielo.
Voto: «««¶
Nessun commento :
Posta un commento
Se avete qualcosa da ribattere o comunque volete lasciare un commento fate pure. Sarò felice di leggere e di rispondervi il prima possibile!