Dopo un anno e mezza di convivenza con una delle creature più dolci e pure che questo mondo abbia visto, la mia favola è finita. Ho perso il mio piccolo compagno di vita, il mio dolce cagnetto Carbone.
Carbone non aveva avuto una vita facile; trovatello, intorno ai cinque-sei anni è stato portato in canile dove ha passato dieci altri anni della sua vita. Dieci anni confinato in un box, in balia delle intemperie, insieme ad altri due cagnetti. Lottando ogni giorno per il cibo e per il suo spazio personale, finché un giorno sono arrivata io.
Volevo un cane, volevo una femmina e la volevo intorno ai cinque anni. Volevo un cane adulto perché i cuccioli li vogliono tutti e l'idea di dare una possibilità ad un cane grande mi rendeva felice.
Entrai in questa struttura, grandissima, conteneva una cosa come 150 cani, tutti alloggiati in gabbie da due o tre animali per volta.
Ero col mio ragazzo, indeciso fino all'ultimo, non voleva esattamente un animale, non era convintissimo della mia scelta. Cresciuto da sempre senza piccoli amici in casa non riusciva a capire questo mio fortissimo desiderio di volere un cagnetto tutto mio.
Comunque, stavo dicendo... Entrammo nella struttura, accompagnati da una volontaria, le gabbie erano suddivise per corridoi, su ogni corridoio si affacciavano una decina di gabbie per lato con dentro appunto dai due ai tre cani per gabbia. Come la porta veniva aperta ti ritrovavi una moltitudine di cani che correvano abbaiando verso la rete in una sorta di urlo disperato allo "Scegli me e portami via di qui!".
Sono sempre stata una persona sensibile per quanto riguarda gli animali, le persone non le posso vedere e poco le sopporto, ma gli animali li amo incondizionatamente. Forse dovrei smussare un po' questo lato del mio carattere...
Ad ogni modo visitammo tre corridoi così, avevo già visto una cagnetta che mi piaceva, visitai l'ultimo così per farmi un po' di male al cuore, ero già convinta della mia scelta.
Si aprì la porta e la baraonda di cani si fece avanti anche questa volta, passeggiando un po' più avanti vidi però un piccolo cane nero che non era corso contro la rete abbaiando, lui stava ancora camminando adagio e quando incrociammo gli occhi tutto ciò che fece fu piangere. Mi si riempirono gli occhi di lacrime e girandomi verso il mio ragazzo gli dissi: <<E' lui.>>
Scoprii dopo che quello era Carbone, aveva dai 14 ai 16 anni e qualche problema di fiducia.
Quando seppi l'età fu un duro colpo, voleva dire che non avrebbe passato tanto tempo con me, che avrei potuto perderlo presto. Non me ne importò molto, lo considerai certo, ma fu amore a prima vista e non potevo dire di no a quegli occhioni pieni di tristezza.
Tornammo al canile altre cinque volte, non ce lo affidarono subito, avevano una procedura particolare nell'affido degli animali, non solo tu sceglievi la bestiolina, ma doveva anche essere lei a scegliere te, dunque c'erano degli incontri prima dell'adozione per capire se alla bestiola andavi bene. Sì, è abbastanza assurdo. Tutto ciò che vuoi è salvare un cane dal canile e loro ti complicano la vita, w la semplicità!
Ad ogni modo, dopo un mese e mezzo portammo finalmente Carbone a casa. Non gli cambiammo nome, anche perché gli si addiceva, inoltre avrebbe poi avuto una serie infinita di soprannomi. (Cabone, Carbibi, Bibi, B, Piccetto, Picci-Pucci)
Non fu facile, un cane anziano non è semplice da abituare, ma B. era intelligente e capii subito che non doveva farla in casa, che non poteva salire sul tavolo per mangiare i nostri avanzi e che poteva salire sul letto e sul divano a patto di non sporcarli. Ebbe qualche problema in più col mio ragazzo, probabilmente subii dei traumi da parte di un uomo, così gli rimase una forte paura delle persone di sesso maschile, una paura che sfogava facendosi la pipì addosso. Ci armammo di pazienza e dopo un anno riuscimmo a superare anche quella.
Passeggiando con altri cagnetti |
Ho sempre vissuto con cani, per questo ne volevo uno mio e Carbone fu il primo cane che potevo definire completamente MIO. Mi seguiva dappertutto, ovunque mi spostassi in casa trovavo lui, la mia ombra. Il mio piccolo botolino che compariva a caso rischiando di ammazzarmi spesso, il mio dolce Picci-Pucci.
Dormiva con me, mi stava vicino e voleva coccole e baci da me. Io ero il suo tutto, mi aspettava, quando me ne andavo, dormicchiando su una poltrona rivolta verso la porta d'ingresso, per farmi delle feste incredibili quando tornavo. Nei primi tempi saltava, e avreste dovuto vederlo. Riusciva a fare dei salti alti fino al mio bacino, poi aveva capito di essere diventato vecchio, quindi aveva iniziato a venirmi incontro e offrirmi il sedere, spalmando la testa sul pavimento, uggiolando di felicità. Nell'ultimo periodo stava male, quindi tutto ciò che faceva era venirmi incontro, un po' diffidente, aveva paura che accarezzandolo potessi fargli del male.
Io avrei dovuto prepararmi ed avrei dovuto saperlo, ma in questi casi non è facile. Un anno e mezzo non è molto, ma io ho amato quella piccola bestiola più della mia vita. Non avrei avuto nessun tentennamento nel lanciarmi in mezzo ad una strada per salvare lui a discapito mio. Ha lasciato un vuoto probabilmente incolmabile, che non so tra quanto tempo riuscirò a superare.
Ora magari vi farò sorridere, sapete qual è ora uno dei momenti peggiori? Quando devo andare in bagno. Ogni volta che dovevo espletare i miei bisogni Carbone spuntava aprendomi la porta e piano piano si avvicinava al water per farsi fare delle coccoline veloci. Lo faceva ogni santa volta ed è per questo che ogni volta che entro in bagno i miei occhi non possono far altro che riempirsi di lacrime.
Sul letto con un'amica temporanea: Gea |
E' un dolore a cui non ero pronta, avevo avuto la fortuna di non perdere nessuno fino ad ora. Voi direte: ma è un cane, come fai a paragonarlo con la morte di una persona?
Io a questo rispondo dicendo che certo, era un cane, ma era probabilmente l'essere che a questo mondo mi amava di più, senza compromessi, senza volere niente in cambio, voleva solo amarmi e starmi vicino, non gli interessava altro.
Perché vi sto raccontando tutto questo? Sono una persona che si tiene dentro molto, non fa vedere agli altri cosa prova e come si sente. O almeno ci provo con tutta me stessa a nascondermi dietro a delle maschere di forza. Nessuno di coloro che leggeranno questo pezzo saprà chi sono, nascosta dietro allo schermo di un computer è facile lasciarsi andare. Avevo bisogno di condividere il mio dolore con qualcuno e chi meglio di uno sconosciuto a cui non può fregare di meno?
Quando una settimana fa l'abbiamo portato dal veterinario, sapevamo che non era in forma, sapevamo che non stava bene e che aveva una massa in gola e ai lati del collo, ma non ci saremmo mai aspettati che il veterinario ci dicesse che era ora, che entro una settimana o al massimo due avremmo dovuto portarglielo, il tumore si era espanso troppo.
Gli abbiamo fatto vivere l'ultima settimana al meglio che abbiamo potuto, non riusciva a deglutire facilmente per colpa del cancro, non mangiava volentieri, così l'abbiamo nutrito a wurstel, il suo pasto preferito. Non l'avremmo mai fatto se fosse stato bene, ovviamente, ma a quel punto, morire per morire almeno agli ultimi pasti avrebbe mangiato ciò che amava.
Come sappiamo di aver preso la decisione giusta e non avergli rubato tempo? Dai peggioramenti che ebbe negli ultimi sette giorni, fu terribile vedere come riusciva a tenere nello stomaco sempre meno cibo, come si stancasse dopo due minuti di camminata, come ansimasse sempre più spesso perché la gola ostruita gli rendeva difficile respirare.
Non dormiva più con me, preferiva dormire sul pavimento, al fresco. Veniva a farsi fare qualche carezza appena mi mettevo a letto, dopodiché se ne andava in salotto alla ricerca di una pace che difficilmente trovava. L'ultima notte che è stato con me, mi sono addormentata con una mano a ciondoloni dal letto, che lo accarezzava in quella che era la nostra ultima notte insieme.
Il coperchio della bara |
La lapide |
L'iniezione è stata veloce, arrivato sul tavolino del veterinario respirava rantolante, aveva iniziato a respirare in quel modo un'ora prima che lo portassimo.
Come gli venne fatta l'anestesia si accasciò tranquillo, dormiva sereno. Poi arrivò l'iniezione letale, fu davvero questione di attimi, poi aveva cessato di essere il mio piccolo Piccetto, era semplicemente il guscio di quello che era stato il mio cane.
Abbiamo creato una bara ed una lapide e lo abbiamo seppellito a casa di mia nonna, non potevo lasciarlo dal veterinario, non potevo pensare che il suo corpicino sarebbe stato incenerito nella più totale anonimia. Meritava di essere ricordato perché era stato un cane splendido e la vita gli aveva davvero dato una marea di calci nel culo.
Quello che mi consola è che gli ho potuto dare felicità nell'ultimo anno e mezza della sua vita, al prezzo della mia attuale felicità probabilmente, ma nonostante questo rifarei tutto da capo perché tutto ciò che lui mi ha dato è insostituibile e non lo baratterei mai per una tranquilla mancanza di emozioni.
Come dice l'epitaffio sulla lapide:
La vita non ti ha voluto bene, ma te ne abbiamo voluto tanto noi...
cazzo ne capisce la gente del dolore...
RispondiEliminasto piangendo come una cretina, e ti trovo una persona meravigliosa, perché hai lasciato morire un'anima bella, in una casa e non da sola, in un posto dove è stato troppo tempo...
ti prego, continua ad avere la tua anima missionaria di amica "temporanea", sarai l'accompagnatrice di piccole anime che meritano le coccole quanto i cuccioli... no, di più!
io ed il mio R-Dog ti abbracciamo tanto, lui di più... ci mette anche la lingau
Grazie per l'empatia. Sì è un bel gesto essere l'amica "temporanea", ma è dura. Credo infatti che il prossimo (tra qualche mese) sarà un cucciolo, poi quando avrò altre possibilità ne prenderò di nuovo un'altro anziano.
EliminaRingrazio entrambi per gli abbracci e ricambio :)
Ho il magone e gli occhi lucidi,
RispondiEliminauno dei post più emozionanti che abbia mai letto.
Capisco il tuo amore per gli animali, per il tuo amico a quattro zampe, il mio fidanzato ha un cane ma lo sento anche mio e lo amo follemente.
Hai fatto una grande cosa prendendo in casa un cane anziano, gli hai fatto il dono più bello che potesse ricevere: avere una famiglia.
Io ed il mio Beil ti diamo un grande abbraccio :D
Grazie, mi fa piacere che la sua storia dia emozioni, Carbone me ne ha regalate tante e son sicura che anche il vostro cagnetto ve ne dà in continuazione! Dai una carezza tenera a Beil da parte mia.
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